Gli attrezzi con cui si svolge l'azione della pesca sono ormai reperibili sul mercato ed acquistabili.
In Italia i pescatori muniti di licenza, operanti nelle acque dolci, sono un numero molto elevato.
A questi si aggiungono numerosi i pescatori che operano nelle acque marine, libere, con attrezzi che variano dalla canna al fucile subacqueo.
La legislazione prevede che tutte le specie, nei limiti di tempo e di luogo, possono essere catturate.
Il pesce è patrimonio comune del quale può disporre chi lo cattura, ma apposite leggi regolano epoche e misure che non possono essere arbitrariamente decise dal singolo per evitare squilibri o danni alla sopravvivenza delle singole specie.
Anche l'uso degli attrezzi è regolamentato, e i sistemi non previsti dalla legge, o che possono portare danno alle acque e al pesce, sono considerati proibiti e sanzionabili.
Le acque si distinguono in libere o pubbliche e private.
Nelle prime possono pescare tutti coloro che posseggono una normale licenza.
Le seconde sono quelle nelle quali vigono diritti esclusivi concessi a persone fisiche o giuridiche regolarmente riconosciute.
E' vietata la pesca ai non aventi diritto o comunque le disposizioni vengono stabilite dai titolari del diritto esclusivo.
Come detto, la pesca in mare non richiede alcuna autorizzazione, salvo le norme generali ed i particolari divieti relativi ai periodi di riproduzioni di particolari specie.